Virtualizzati

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Chi lavora nel campo informatico conosce il termine Virtualizzazione, da alcuni anni ormai la virtualizzazione è entrata prepotentemente nell’ambito IT. I motivi sono diversi, si parte dalle nuove architetture distribuite, dal fatto di poter avere servizi diversificati su macchine, se pur virtuali, dedicate, abbiamo sempre più frequentemente reti sulle quali sono presenti sistemi operativi diversi, oppure architetture SOA alle quali vengono dedicate macchine con caratteristiche specifiche per singoli servizi.

La virtualizzazione è vantaggiosa soprattutto per chi gestisce le macchine e l’infrastruttura HW, è più semplice gestire backup e restore, in caso qualche cosa non funzionasse correttamente, è più semplice cambiare le performance (RAM, CPU, Disco) quando necessario, e così via. Certo, l’hardware e il software per gestire una infrastruttura virtuale hanno costi onerosi ma ha il suo perché da molti punti di vista.

Abbiamo detto che il mondo IT è già preparato, ma la virtualizzazione è nella vita di tutti i giorni, forse molto di più di quello che pensiamo. Abbiamo gli operatori di telefonia virtuali, sono quegli operatori che non hanno una propria rete ma sfruttano quelle esistenti, dietro accordi commerciali, e vendono un loro servizi come se fossero operatori reali ma di fatto loro non hanno nulla, alcune le conosciamo tutti PosteMobile, Kena, CoopVoce, FastWeb Mobile, e molte altre. A breve probabilmente ci virtualizzeranno anche le SIM telefoniche, niente più pezzo di plastica da inserire nel telefono ma il nostro telefono “saprà” che numero usare.

I nostri soldi hanno un valore reale, ma nel mondo della finanza è tutto virtualizzato, sappiamo che l’ammontare del valore di denaro mondiale non ha una corrispondenza in banconote fisiche, ogni volta che trasferiamo dei soldi utilizzando carta di credito, bancomat, bonifici e altro, quello che spostiamo è sì una valore reale ma su supporto virtuale.

Ci hanno virtualizzato le carte di credito, vedi l’uscita recedente di Apple Pay, anche in questo caso, virtualizzi la tua carta di credito all’interno dell’IPhone o dell’Apple Watch e paghi direttamente con il device. Oppure strumenti come SatiSpay che crea un borsellino virtuale e trami l’app di permette di fare pagamenti. Non dimentichiamo la virtualizzazione monetaria per eccellenza, le Cripto Monete o Criptovalute, avrete sentito parlare di Bitcoin, Ethereum, ed altri. Sono monete totalmente virtuali che esistono solo in rete ma oggi possono essere usate per pagare servizi oppure scambiate in denaro reale. Come funziona una Cripto moneta è una cosa abbastanza complessa da capire, parliamo di Blockchain e cifratura ma è molto più semplice usarla, quindi non voglio annoiarvi, passiamo oltre.

Sembra finita qui, ma è solo l’inizio, se ci guardiamo attorno, vediamo che siamo pieni di servizi che virtualizzano una nostra proprità e la tolgono dal nostro possesso, certo sono scelte nostre, virtualizzano qualcosa che fino a qualche tempo prima per noi era tangibile. Prendiamo l’esempio di Spotify, paghiamo un servizio per ascoltare tutta la musica che vogliamo ma nulla è più nelle nostre mani, non abbiamo noi la musica, possiamo farne il download, avendo un account premium, ma possiamo ascoltarlo solo sul device sul quale lo abbiamo scaricato, ma se ci scade l’account?, nulla è più nostro o anche ciò che avevamo sul nostro device, non possiamo più ascoltarlo.

Servizi di questo tipo ce ne sono per tutte le necessità, il cloud ha poi esteso la virtualizzazione portando tutto al di fuori della nostre rete aziendale, della nostra casa, del nostro computer.
Penso sempre… se sono un’azienda che paga per avere un servizio sul cloud, la mail, i documenti, i contatti, se dovessi smettere di pagare? non dico che la mia roba non la rivedrò più, ma non saprei più dove metterla se non su un altro servizio di Cloud, se da oggi, come azienda intraprendo questa strada, ho generato una dipendenza totale dalla virtualizzazione.

C’è ancora molto di cui parlare ma concludo parlando di realtà virtuale e realtà aumentata. Anche in questo caso viene virtualizzato un mondo che non esiste attorno a noi, Oculus Rift, Gear VR o Holo Lens, non hanno spopolato come ci si aspettava ma è comunque un trend in salita, quando avremo applicazioni reali alla realtà virtuale, strana cosa da dirsi ma ma dobbiamo trovare applicazioni nel nostro mondo reale nelle quali usare le applicazioni virtuale, probabilmente diventeremo dipendenti dal mondo che altri creeranno per noi.

Non pensate che sia contrario a questa evoluzione tecnologica, l’Homo Sapiens ha prevalso su tutti gli altri animali, sia per ferocia, ma sopratutto per volontà di evolversi indipendentemente da quello che gli sta intorno.
Virtualizzare è diventato necessario per poter superare dei limiti, quali sono questi limiti?, solo la virtualizzazione della realtà ce li può mostrare.

Gli altri ambiti nei quali verrà utilizzata in modo massiccio la realtà virtuale, li lascio immaginare a voi, vi assicuro che non ci vuole poi tanta fantasia.

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Roberto Beccari
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Roberto Beccari

Mi chiamo Roberto, da più di 20 anni mi occupo di programmazione e usabilità, inoltre sono un fanatico della tecnologia. In questo blog parlo di quello che faccio, di come lo faccio e descrivo il mio modo di vedere il mondo attorno a me. Se vuoi conoscermi e scambiare idee, la mia mappa è sempre pronta per essere estesa anche alle idee degli altri.

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