GAFA – I big della rete

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Probabilmente la maggior parte di voi non si accorgono, o non vogliono farlo, di quello che succede in rete ogni giorno. Le nostre informazioni sono cannibalizzate dai grandi big della rete, parliamo di GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon).

Le statistiche a riguardo sono impressionanti, tutto ciò che viene veicolato in rete, post, foto, commenti, ecc., passa sempre da loro, facciamo qualche esempio…

Possediamo un telefono Android, oppure facciamo ricerche su Internet, guardiamo un video su YouTube, inseriamo statistiche all’interno dei nostri siti web, oppure la maggior parte delle volte che vediamo un banner pubblicitario all’interno di una pagina web, Google traccia ogni nostra azione.

Quante informazioni regaliamo a Apple usando un iPhone, iPad, Mac, Apple Watch.

Condividere qualcosa su Facebook, il Social Network più usato al mondo (Cina esclusa), inviare o ricevere un messaggio da un amico, dalla moglie/marito con WhatsApp, pubblicare una foto su Instagram, tutte queste operazioni, permettono a Facebook di capire molte cose di noi.

E se vogliamo comprare qualcosa on-line? la risposta nella maggioranza dei casi è sempre Amazon, e se poi visitiamo un prodotto sul sito, mentre navigo in rete sul quotidiano on-line preferito o sul social network, vedo che la pubblicità mi propone prodotti simili a quello che ho appena visitato.

Possediamo tutti un smartphone, non è importante la marca, il sistema operativo sarà o Apple o Google.

monopoli

Questo il fatto principale, pensate quante volte al giorno eseguite una di queste azioni, adesso provate a metterle insieme e pensate a quanto di voi state “regalando” ai GAFA . Stanno mangiando le informazioni, sanno cosa cerchiamo, dove andiamo, come e cosa mangiamo quali sono le foto che ci piacciono, quali sono i nostri gusti nel vestire, l’auto che ci piace, quella abbiamo, a che ora andiamo a letto e a che ora ci alziamo, quando partiamo per andare al lavoro e quando torniamo a casa.

Dal punto di vista dell’utente, questo è ovvio, quella che però risulta più problematico è quello di riuscire a veicolare le informazioni in un modo diverso dal quello che queste aziende vogliono. Pensate se una startup crea un motore di ricerca molto più affidabile di Google, che trova esattamente quello che cerchiamo tra miliardi di informazioni che invadono la rete, come potrebbe mai questo motore di ricerca diventare famoso e sostituire Google se le informazioni di base sono veicolate dal detentore del più usato motore di ricerca?

Altra cosa, successa più e più volte, ormai l’innovazione esiste solo per farsi comprare. Le nuove startup partono con l’idea di creare qualcosa che possa essere appetibile dai grandi player del mercato, non si innova più per cambiare ma solo per monetizzare. Se poi una startup produce qualcosa di nuovo e interessante i grandi cercano subito di comprarla.

Vi faccio solo alcuni esempio della reazione classica di un utente medio ad alcune indicazioni e come, in base alla domanda, viene data la risposta.

Azione: Vai sul seguente sito… www.sitoesempio.it
Risposta: Gli utenti aprono il browser, la loro pagina predefinita, nella maggio parte dei casi, è www.google.com, vanno nel campo di ricerca di Google e digitano l’indirizzo, non lo digitano nella barra degli indirizzi.
Conclusione: Per molti utenti è naturale pensare che l’unico modo per accedere alle informazioni presenti sulla rete sia attraverso l’unico motore di ricerca che conoscono.

Azione: hai guardato su internet se costa meno?
Risposta: Sì, ho guardato su Amazon
Conclusione: Sempre più utenti si riferiscono ad Amazon come unico modo per comprare online, è diventato l’e-commerce di riferimento.

Azione: Alla semplice domanda… hai Internet?
Risposta: Sì, ho Facebook, oppure sì ho Amazon oppure in alcuni casi mi son sentito rispondere, sì ho l’iPhone oppure ho Google.
Conclusione: Per questi utenti la rete è schermata, hanno un velo davanti che filtra ogni cosa nella totale loro inconsapevolezza.

Una domanda semplice, quanti di voi sanno che se non c’è copertura dati WhatsApp non funziona mentre il primitivo SMS sì? La risposta non è scontata. WhatsApp non sostituisce gli SMS.

Potrei fare mille altri esempi, l’ignoranza dilaga, se poi andiamo sui Nativi Digitali, è un buco nero. Tutto è sempre più piatto, se non si trova su Google non esiste, se non si può comprare su Amazon non si può comprare.

Siamo alla fine?, non è detto, le cose possono cambiare, questi grandi player sono bravi a tenersi al passo, il gusto della gente cambia continuamente, Facebook ha perso tanti utenti negli ultimi mesi, Instagram li ha raddoppiati, ogni cosa attorno a noi cambia anche se non ce ne accorgiamo, ogni minuti abbiamo nuovi servizi, abbiamo nuove app e nuovi Social Network, se uno di questo dovesse prendere piede potrebbe diventare il nuovo Facebook (vedi SnapChat) o il nuovo YouTube. Fino a quando i GAFA saranno sempre attenti a quello che l’utente cerca e desidera, saranno sempre loro a tenere il velo davanti ai nostri occhi, se dovessero perdere il passo ci saranno altri, dovremmo essere fortunati a trovare qualcuno che vuole farci vedere le cose per come sono e non come vuole farcele vedere.

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Roberto Beccari
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Roberto Beccari

Mi chiamo Roberto, da più di 20 anni mi occupo di programmazione e usabilità, inoltre sono un fanatico della tecnologia. In questo blog parlo di quello che faccio, di come lo faccio e descrivo il mio modo di vedere il mondo attorno a me. Se vuoi conoscermi e scambiare idee, la mia mappa è sempre pronta per essere estesa anche alle idee degli altri.

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